Vanity Fair Italia
La sua eredità. Da 50 anni il nome di Elsa Peretti è legato a quello di Tiffany & Co. che oggi ne celebra il talento con la riedizione dei suoi gioielli più amati. E la riscoperta del suo luogo del cuore
Una duplice storia d’amore: quella tra Tiffany & Co. ed Elsa Peretti e quella tra Elsa Peretti e Sant Martí Vell, piccolo borgo a 100 chilometri da Barcellona. Siamo tra i primi a visitarlo, in occasione del 50° anniversario della collaborazione tra la geniale designer e la maison Tiffany & Co. Ed è una di quelle esperienze che ti porti dentro per la vita. Un regno segreto, non (ancora) accessibile al pubblico, gelosamente e generosamente custodito dalla Fondazione Nando ed Elsa Peretti, nata nel 2000 per volontà dell’artista-filantropa e dedicata a suo padre. All’ente, diretto da Stefano Palumbo, Elsa lasciò alla sua morte, nel 2021, tutto il suo patrimonio, con il compito di garantire il sostegno umanitario nelle emergenze, la protezione dell’ambiente, della biodiversità e degli animali, la tutela dei diritti umani e la promozione di arte e cultura. A Sant Martí Vell la designer arrivò per la prima volta nel 1969, grazie all’amica fotografa catalana Colita (il cui lavoro è straordinario e non abbastanza noto ai più). Un colpo di fulmine per questo borgo diroccato del 1600, con 200 abitanti, in provincia di Girona. Sarebbe stato destinato a scomparire senza l’amore e la dedizione di Elsa che, con pazienza e grossi investimenti, ha riportato in vita 24 abitazioni, trasformandolo nel suo luogo del cuore. Visitiamo con emozione, rispetto e incanto Casa Novas, Casa Pequeña, La Torre, Casa Caballo, dove la perfezione architettonica e il sapore rustico si fondono in perfetto equilibrio, arricchite da opere di artisti spagnoli come Salvador Dalí, Xavier Corberó e Robert Llimós, il britannico Richard Hamilton, uno dei padri della Pop Art, le fotografie di Colita e Hiro, i ritratti di Elsa modella, quelli con l’amica Liza Minnelli, gli oggetti di Gio Ponti, i mobili recuperati dalle fattorie e sapientemente restaurati, le candele e le lampade di design. Si resta senza fiato girando per le stanze dove tutto è rimasto esattamente come lei desiderava. Sembra di respirare il profumo delle braci nei grandi camini, di sentire le voci di quelle cene tra amici che erano incontri artistico-intellettuali, echeggiare le note struggenti del flamenco. Si inala il profumo delle erbe e della cera. L’orto di Casa Novas è un tripudio di rosmarino, porri, sedano, insalata, zucchine, ortensie quercifoglie. C’è pure l’albero delle farfalle, tanto amato da Dalí. E ci sono i cani che lei adorava. Soprattutto cavalier e maremmani, ma ne ha salvati – e continuano ad adottarne – molti altri. Poi, ovviamente i suoi candelabri e le posate in argento, i bracciali Bones e i ciondoli Beans. L’amore per la natura e le sue forme sono parte integrante dei suoi gioielli. Tutto si fonde in un’armonia sinestetica che ti fa sentire ospite privilegiato di quei tempi. Non è la visita a un museo, è l’invito a casa di una grandissima donna che ha scritto un capitolo fondamentale di Tiffany & Co. e ha lasciato in eredità all’umanità un gusto e uno stile ineguagliabili.
Cristina Lucchini
October 20, 2024